i tombesi in the world  

the tombesi's family

 

 

GORLINO TOMBESI

  (Gorlino da Ravenna) Di Ravenna

25  aprile 1501

Padre di Gurlotto

di famiglia nobiliare

 

 

da:  "Note biografiche di Capitani di Guerra e di Condottieri di Ventura operanti in Italia nel 1330 - 1550"

Anno, mese

Stato. Comp. ventura

Avversario

Condotta

Area attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

 
...
Mantova
 
 
 

 

Milita al servizio del marchese di Mantova Francesco Gonzaga.

Immagine:Francesco II Gonzaga.jpg
Francesco II Gonzaga
figlio del Marchese di Mantova Federico I Gonzaga e di Margherita di Wittelsbach, sorella del duca di Baviera
 
1492 - Giu.
Venezia
 
 
Trentino
E' connestabile (comandante in capo della cavalleria) a Rovereto. Ospita gli ambasciatori Giorgio Contarini e Paolo Pisani, diretti in Austria per incontrarvi l'imperatore.

Rocca di Rovereto (Trento)
1495 - Lug.
Venezia
Francia
250 fanti
Emilia e Piemonte

Passa per Modena ed è diretto al Taro con i suoi uomini. Viene al campo della lega ed ha il comando di un colonnello di 800/1000 fanti, con i quali prende parte alla battaglia di Fornovo.

Nello scontro ha con Giovanni del Matto il comando della terza schiera veneziana, composta di 2000/4000 fanti. Passa quindi all'assedio di Novara,  sale su un bastione di legno e di terra compattata, fatto costruire dal duca d'Orléans nel borgo di Sant'Agapito vicino alla porta di San Nazzaro, respinge i francesi, che ne sono alla difesa, e vi dà fuoco.

 
1497 ....
 
 
 
Liguria
Combatte i francesi alla difesa di Genova.
 
Mag.
 
 
 
Piemonte

Ad Alessandria lascia la città e viene a Felizzano senza il permesso dei provveditori Andrea Zancani (provveditore dell'esercito Veneziano del Friuli) e Niccolò Foscarini. Non si vuole muovere se prima non gli siano saldate due paghe arretrate: alle offese del secondo provveditore, risponde con parole e gesti insolenti.

Andrea Zancani, provveditore dell'esercito veneziano nel Friuli, venne condannato in esilio in un'isola del golfo del Carnaro (nella penisola dell'Istria) per essere rimasto chiuso a Gradisca (Gorizia), nel 1499, mentre un esercito turco di 7000 cavalieri comandato da Scander, pascià della Bosnia, passò l'Isonzo e si spinse fino a Livenza (TV) saccheggiando e bruciando 132 villaggi e uccidendo e traendo prigionieri circa 10.000 abitanti.
Giu. ott.
 
 
100 fanti
Trentino  Lombardia e Veneto

E' trasferito nuovamente a Rovereto. Il Consiglio dei Dieci ordina al podestà della città Girolamo Gritti di imprigionarlo e di condurlo a Venezia; il Tombesi riesce a sfuggire alla cattura facendo ricorso alle armi, si rifugia a Trento, a Mantova dal  Gonzaga ed a Milano. Nessuno gli dà una condotta; a luglio contatta i veneziani che gli promettono giustizia: è incarcerato solo di notte formalmente. Ascoltato nel Collegio dei Pregadi, ad ottobre è assolto dalle accuse.

I Dieci (in toga rossa e fascia nera) assistono alla decapitazione di Marin Faliero (al centro, vestito di nero)
in un dipinto di Francesco Hayez (WikipediA)
Dic.
Venezia
Firenze
 
 

Viene inviato in Toscana con 200 fanti in soccorso dei pisani.

 
1498 -Feb.
 
 
 
Toscana
   
Mag.
 
 
 
Toscana

Con 300 fanti va incontro a 380 stradiotti che vengono dalla Garfagnana. Partecipa alla battaglia di San Regolo.

 
Giu.
 
 
 
Toscana

Inimicatosi con il  provveditore Tommaso Zeno, chiede il permesso di partire.

 
Lug.
 
 
 
Toscana

Cade in un agguato, tesogli a Valiano da Paolo Vitelli mentre scorta un convoglio di rifornimenti agli ordini di Marco da Martinengo.

 
Sett.
 
 
 
Toscana

E' alla difesa di Vicopisano con Giacomo Schiavo. Passa indi con i suoi uomini nel borgo di San Marco di Pisa; si collega con Giacomo di Tarsia (800 fanti),  si impadronisce della chiesa di San Michele sulla Verrucola, vicino a Vicopisano, e vi fa 100 prigionieri con Zecone da Barga. Si ritira a Verruca e, sempre con il Tarsia, cerca di conquistare il bastione della Dolorosa nei pressi del capoluogo: dopo un' ora è respinto, inizia il ripiegamento e si accorge che i nemici hanno il controllo dei passi. Si butta nell'Arno, nonostante che sia stato colpito alla testa da un sasso.

 
Nov.
 
 
 
Toscana

Affianca Marco da Martinengo, Ferrante d'Este e Filippo Albanese all'assalto del castello di Calci, portato con 500 fanti ed alcuni piccoli pezzi di artiglieria. I primi assalti sono respinti dai 90 fanti che custodiscono la località; la sua energica azione ha ragione di ogni difesa e costringe i nemici ad arrendersi a patti dopo tre ore di combattimento. Di seguito, il provveditore Vincenzo Valier lo invia con il Tarsia alla conquista del bastione di Stagno presso Livorno.

 
Dic.
 
 
 
Toscana

Controlla dall'esterno le mura di Livorno, quando si intravvede la possibiltà (presto sfumata) di un trattato nella città.

 
1499 Gen.
 
 
 
Toscana

Appoggia l'Albanese, l'Este, Annibale da Doccia, Giovanni Greco ed il Valier (140 lance armate alla leggera ed altri 500 uomini fra balestrieri a cavallo e stradiotti) in una cavalcata notturna. Guada l'Arno vicino a Pontedera ed assale all'improvviso Montopoli in val d'Arno; attacca le mura con i suoi fanti ed inizia un primo combattimento che dura due ore. Incendia la porta e riesce a scalare le mura; i veneziani si danno al saccheggio, i fiorentini riparano nella rocca.

 
Feb.
 
 
 
Toscana

Scorre in maremma con Piero Gambacorta, Francesco Zofa e Lattanzio da Bergamo (250 cavalli leggeri tra stradiotti e balestrieri, 100 fanti compresi alcuni galeotti) ed arriva fin sotto Volterra: sono razziati 500 capi di bestiame.

 
Apr.
Pisa
Firenze
 
Toscana
Con la pace fra veneziani e fiorentini, rimane in Toscana e passa al soldo dei pisani
 
Mag. lug.
 
 
 
Toscana

Invia a Venezia Girolamo Barisello per conoscere le intenzioni della Serenissima nei riguardi di chi rimane in Toscana al servizio dei pisani. Provvede a rafforzare le mura cittadine, fa rovinare palazzi, case, chiese, abbazie: è, fra l'altro, rovinato il chiostro del monastero di Santa Croce, è costruito un rivellino alla porta di Calci, è riparata la fortezza di San Giorgio nella cittadella vecchia, sono rafforzate le difese del borgo di San Giovanni al Gatano con l'abbattimento delle case del borgo di San Donnino, che possono prestarsi ad alloggiamento per i nemici.

 
Ago.
 
 
 
Toscana

Paolo Vitelli attacca la rocca di Stampace: l'esito è all'inizio favorevole ai fiorentini, nonostante l'azione difensiva da lui apprestata ; di notte i pisani si ritirano per i danni  subiti, anche se 200 fiorentini giacciono esanimi nel fossato. Il Tombesi è ferito da un colpo di archibugio ad una spalla ed a una coscia da un verrettone; gli avversari non sanno però approfittare del primo successo ed alla fine sono obbligati a ritirarsi. 

vedi:
lettera di Antonio Tarlatini al fratello Corrado.
Sett. ott.
 
 
 
Toscana

Cerca aiuti dai veneziani ed a ottobre chiede di rientrare ai loro stipendi per combattere i turchi in Friuli; la sua richiesta non è accettata, per cui ritorna a Pisa.

 
1500- Gen.
 
 
 
Toscana
   
Mar.
Venezia
Impero Ottomano
 
Veneto

Agli stipendi dei veneziani. Dopo una prima decisione di mandarlo ad Udine con 300 provvigionati, è inviato in Levante con 25 lance spezzate (capisquadra).

 
Mag. lug.
 
 
 
Veneto e Grecia

Fatta la mostra dei propri uomini, si imbarca su una galea, raggiunge Corfù (giugno); in un primo momento è destinato a Zonchio (Navarrino), finché a luglio viene preposto alla difesa di Napoli di Romania (Nauplia) con Michele Schiaveto e Matteo da Pesaro. Si imbarca sulle galee di Valerio Marcello e di Alessandro di Goti e passa alla difesa di Modone. Notevole è il malcontento fra le truppe per il ritardo delle paghe. Con la caduta della località, fa rientro a Nauplia.

 
Ago. sett.
 
 
 
Grecia

Ammalatosi, si riprende in breve tempo. I provveditori Giacomo Renier ed Alvise Barbarigo lodano il suo comportamento nel conflitto. Toglie ai turchi molti navigli e rioccupa Egina, Metelino, Tenedo, Lesbo e Samotracia.

 
Ott.
 
 
 
Grecia

Fa anche rafforzare le fortificazioni di Nauplia con la costruzione di nuovi bastioni. Lascia, alfine, il centro quando gli avversari se ne allontanano. Chiede il permesso di andarsene via; in alternativa, domanda che la sua provvigione mensile passi a 50 ducati e quella delle sue lance spezzate da 8 a 10 ducati. Si collega a Zante con gli spagnoli, comandati da Consalvo di Cordoba, ed è pronto ad attaccare Cefalonia.

 
Nov. dic.
 
 
 
Grecia

Con le sue lance spezzate (20), si pone all'assedio del castello di Cefalonia difeso da 250 turchi; è ancora elogiato dal provveditore della flotta Girolamo Contarini, partecipa ai lavori di preparazione di una mina. Ferito in un assalto sotto il ginocchio da una scheggia di pietra tirata da un falconetto spagnolo, muore a dicembre dopo essersi confessato. Alle sue esequie è presente il Cordoba, che lo stima molto. Il suo corpo è portato a Ravenna ed è sepolto nella chiesa di San Niccolò. Per riconoscenza i veneziani riconosceranno al figlio Gurlotto una provvigione mensile di 12 ducati ed alle figlie verrà concessa una dote di 150 ducati.

 
SETTE CITAZIONI
Valente capitano. Uno dei primi connestabili. Animoso. Infaticabile.
Esperto della scienza militare.
Prudente e saggio.
Arrogante.

da

BOLLETTINO

DELLA REGIA DEPUTAZIONE

DI

STORIA PATRIA

PER L'UMBRIA

Volume XXI

---ooo---

Dalla lettera di Antonio Tarlatini al fratello Corrado.

Magnifico messer Corrado. Stamatina, alalba del dì, se dede la bataglia ala torre Stampace, et èssi pigliata et otenuta, et havemone morti e feriti asaissimi di drento, et dicese che morto Ghorlino (2) loro capo: et de nostri cene qualche uno ferito epochi morti, secondo la battaglia crudele ; che stata cum artigliane efuocho lavorato, che sèhoperato atale battaglia. Hora satende afare ripari danna parte elaltra ; e questa notte fortifìcharimo immodo la torre, etutto eievelino che presso, che domani se porrà bombardare la citadella vechia, dalaquale ricevemo crudele guerra. Altro non sé fatto perchè Vitelozo non ha voluto : che sesaria pigliato ancho una parte derepari, quando gli avesse voluto : et uno constaveli chera in la torre cum 50 fanti sono tutti presi et morti. Et per facere intendere apieno, el primo che montò in latorre fu Jacomo Corso, alias jac. Panatiero, relevato de patroni, cum la sua compagnia, et el secondo el Zitolo de Peroscia cum altro seguito. Non altro : a voi merichomando : a dì per di ve darò adviso.

553. (B. VI, parte 2". 154).             Dal Campo, 1499, Agosto 12.

(2) Gorlino Tombesi da Ravenna, Comandante dei Pisani. Questa morte fu una diceria, perchè restò solamente ferito.

 

 

GURLOTTO TOMBESI 

Di Ravenna

 Guelfo. Figlio di Gorlino, cognato di Pandolfo Aldovrandini.

 + 4 luglio 1522 (strage della Camera dei Savi - Ravenna)

QUATTRO CITAZIONI

Valoroso capitano

 

Anno, mese

Stato. Comp. ventura

Avversario

Condotta

Area attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1506

 

 

 

 

 

Sett.

Venezia

 

 

Friuli

 

1508

 

 

 

 

 

Mar.

Venezia

Impero

200 fanti

Trentino

Ha alcune scaramucce nei pressi di Rovereto. Nell’anno la sua paga ascende a 610 ducati.

1509

 

 

 

 

 

Apr.

Venezia

Francia

300 fanti

Lombardia

E’ al campo di Pontevico ed è inquadrato nella prima colonna comandata da Niccolò Orsini.

Mag.

 

 

 

Lombardia

Si trova alla guardia di Rivolta d’Adda  con Niccodemo dalle Coltre (300 fanti e 50 cavalli leggeri): attaccato dai francesi, i suoi fanti si arrendono quasi subito dopo qualche colpo di artiglieria. Si difende affermando che i suoi uomini hanno respinto un primo assalto durante il quale hanno fatto molti prigionieri; sono stati costretti a cedere solo al sopravvenire di un secondo squadrone.

Lug. ago.

 

 

300 fanti

Veneto

A Venezia, per la mostra della sua compagnia. E’ prima inviato a Treviso ed a agosto è trasferito alla difesa di Padova.

Ott.

 

 

 

Veneto

Viene licenziato dal provveditore generale Andrea Gritti, perché la sua compagnia risulta incompleta nel suo organico.

1510

 

 

 

 

 

Nov.

Francia

Venezia

 

Emilia

A Reggio Emilia. Non ha alcun comando di uomini.

1511

 

 

 

 

 

Mar.

 

 

 

Veneto

Alla guardia del ponte di Ficarolo.

1512

 

 

 

 

 

Prim.

Impero

Venezia

 

Lombardia

Depreda il territorio di Rivoltella con 40 cavalli: razzia del bestiame e fa 4 prigionieri.

Mag.

 

 

 

Veneto

A Peschiera del Garda. Con 300 cavalli ed alcuni fanti scorre a Desenzano, che pone a sacco distruggendone il mercato: fra la popolazione si registrano 40 morti e feriti; altri abitanti sono fatti prigionieri.

1513

 

 

 

 

 

Mag.

Impero

Venezia Francia

 

Veneto

Viene ferito ad una mano mentre è intento all’ assedio di Cologna Veneta.

1515

 

 

 

 

 

……..

 

 

 

Veneto

E’ alla difesa di Verona con Marcantonio Colonna.

Autun.

 

 

 

Veneto

Entra in Vicenza.

1516

 

 

 

 

 

Giu.

 

 

 

Veneto

Scorta fino alla Chiusa con il Colonna il cardinale di Sion Matteo Scheiner, che è diretto a Milano.

Lug.

 

 

 

Veneto

E’ scelto dal Colonna con gli spagnoli Pietro da Somma (o Summonte da Napoli), Basco di Cuna ed il Guinea tra le file imperiali come campione per rispondere alla sfida lanciata da 4 cavalieri francesi; nel combattimento 2 francesi sono disarcionati; lo scontro tra il Tombesi e l’Ambre termina alla pari. Per i suoi meriti l’imperatore Massimiliano d’Austria gli dà una patente per la conduzione della guerra da corsa con una galea.

1517

 

 

 

 

 

Gen.

Comp. ventura

Chiesa

 

Lombardia

E’ a Sermide ed affianca Francesco Maria della Rovere nel suo tentativo di recuperare il ducato di Urbino a spese dei pontifici.

Feb.

 

 

 

Marche

Si trova con Costantino Boccali tra Soanne e Macciano. Alla notizia dell’arrivo di 2500 fanti fiorentini che stanno depredando il territorio, sorprende gli avversari, li fuga e riprende loro il bottino, Sempre con il Boccali, batte ripetutamente Niccolò Guerra da Bagno e Guido Rangoni che cercano di prestare soccorso a San Leo.

Mar.

 

 

 

Marche

Sconfigge a Sorbolongo Giovanni dei Medici.

1521

 

 

 

 

 

Lug.

Chiesa

Francia

 

Emilia

E’ all’assedio di Parma e per primo sale sulla breccia delle mura durante un assalto. Stringe amicizia con Teseo Rasponi.

1522

 

 

 

 

 

Mar.

 

 

 

Romagna

In Romagna. Per il bimestre marzoaprile fa parte della magistratura dei Savi.

Lug.

 

 

 

Romagna

Il Rasponi decide di fare uccidere i principali capi della fazione guelfa di Ravenna. Invitato ad una riunione pacificatrice, il Tombesi viene sorpreso, nella sala dove si  riuniscono i Savi, dall’irruzione di alcuni uomini armati che trucidano i guelfi presenti. Vede fra gli assalitori il Rasponi, da cui è legato da un giuramento di fratellanza, e gli si rivolge: è ucciso da 2 fratelli di quest’ultimo, a colpi di stocco.

Nota (da OCR ODONOMASTICA COMUNE DI RAVENNA)


IL 4 luglio 1522 avvenne nel Palazzo comunale l'eccidio, detto "della Camera dei Savi", mentre era in corso la seduta del magistrato dei Savi. In questa occasione i Ghibellini ravennati, capeggiati da Ostasio Rasponi uccisero proditoriamente, direi quasi scannarono, i più eminenti cittadini di parte guelfa in numero di sette.
Così racconta un testimone (Agostino Rubboli) che riuscì a scampare al massacro:
"...Ostasio si levò in piedi con un pugnale nudo in mano et alla volta di messer Francesco Lonardi e lo ferì su la testa. Raspon e Alessandro Guiccioli alla volta mia, ma piacque a Dio che non mi facessero niente, ferendomi se non la veste. Et io fuggendo alla volta della porta della Camera...mi posi dietro la porta ritenendo l'uscio con le mani e così io mescino stavo riposto tra l'uscio e il muro piangendo e domandando a Dio perdono delli miei peccati...messer Urbano Spreti quale ferito alla testa, cascò in terra dietro quell'uscio e mi restrinse per il che si fece impedimento, che non potevo essere facilmente veduto..."
Lo scampato che fece in seguito la cronaca dell'accaduto era Agostino Rubboli di cui riportiamo uno dei momenti drammatici per il relatore

 

         

 

 

PAOLO FABBRI  Di Ravenna. Ghibellino. Figlio di Antonio.

               + 1540 ca.

 

Congiura con il cognato Ostasio Rasponi e Francesco Bifolci, per uccidere tutti i membri della fazione contraria che vivono in Ravenna. Dopo l’eccidio di alcuni rivali nella camera dei savi (fra i quali vi è Gurlotto Tombesi), lascia la piazza con 15 armati ed entra a sua volta nella sala strapazzandone i cadaveri.