i tombesi in the world  

the tombesi's family

La presenza dei Tombesi nella Chiesa

 

Ercole Tombesi

(1500-1570)

Vescovo di Ravello

 

La casata dei Tombesi, che ha conosciuto momenti di grandezza e notorietà fino a tutto il XVII° secolo, ha avuto insigni rappresentanti nel clero.
 
Ercole Tombesi, figlio di Romano della dinastia di Danese, nato a Ferrara nel 1500, è stato vescovo di Ravello (Salerno) dal 1555 fino alla morte, avvenuta nel 1570. Lo stesso partecipò, quale diacono, al Concilio Di Trento, intorno al 1550.
 
Suo fratello Benedetto, fu Monaco Olivetano nonché Abate di San Giorgio in Ferrara nel 1564. Suo cugino Sulpicio fu gran maestro di musica.
 
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ERCOLE TOMBESIO di Ferrara, benedettino, dotto in lingua greca e latina, molto ben voluto dal Papa Giulio III, che lo volle vescovo di Ravello il 18 settembre 1555; morì nel 1570 nella sua città natale e fu sepolto nella chiesa di S. Francesco in Ferrara avanti l'altare maggiore.
 
 
 
Giovanni Maria Ciocchi Del Monte
           (1487-1555)
Papa Giulio III (1550-1555)

San Francesco - Ferrara

Il Papa Pio V, conoscendo il grande talento di Paolo Fusco, lo nominò, nel 1568, coadiutore del vescovo di Ravello Ercole Tombesio: " stante incurabili infirmitate domini episcopi " con promessa di futura successione. Alla morte di Tombesio, il Fusco fu consacrato vescovo dallo stesso Pontefice Pio V, il 25 settembre 1570.

         Michele Ghislieri
            (1504-1572)
  Papa Pio V (1566-1572)
 
 
Michele Ghislieri nacque nel 1504, nella Diocesi di Tortona. Entrato a 14 anni nell'Ordine dei Predicatori, fu mandato all'Università di Bologna per Studiarvi la Teologia, che dopo Insegnò per sedici anni. Poi fu Nominato Inquisitore e Commissario Generale del Sant'Uffizio, nel 1551: mansione che gli valse molte persecuzioni, ma gli permise anche di ricondurre numerosi eretici alla Verità Cattolica. Le sue Virtù lo designarono pure presso Papa Paolo IV, che lo scelse per la Sede Episcopale di Nepi e di Sutri, poi per il Cardinalato. Tali Onori non modificarono in nulla l'Austerità della sua vita, ed il 7 gennaio 1566 divenne Papa, prendendo il nome di Pio V. Egli doveva Illustrare la Cattedra di San Pietro per il suo Zelo nella Propagazione della Fede, il ristabilimento della Disciplina Ecclesiastica e la Bellezza del Culto Divino, come per la sua Devozione alla Madonna e la Carità verso i poveri. Contro i Turchi allestì la Flotta, che riportò la Vittoria di Lepanto; stava preparando una nuova spedizione, quando morì nel 1572. Il suo corpo fu sepolto a Santa Maria Maggiore.
 

 

 

 

 

 

CHIESA DI SAN BENEDETTO - FERRARA

da: LA NOSTRA STORIA

 

1563 23 marzo
Il Tempio di San Benedetto è consacrato dal ferrarese Tombesi, vescovo di Ravello (Salerno)

 

Da:

Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara (pag. 381)

di Luigi napoleone Cittadella

Molti personaggi ferraresi intervennero al celebre Concilio di Trento in epoche varie, come si ha dalla storia scrittane dal card. Sforza Pallavicini, ed illustrata da fra Antonio Zaccaria ( Yen. Zanardi 1803 al To. XIV. ) Fitiaso Roverella vescovo, fra Francese/tino Visdommi minor conventuale, Ercole Tombesi diacono, Alessandro da Lugo minor conventuale, Alfonso Rossetti vescovo di Comacchio, Lattanzio Roverella vescovo , Giulio Canoni poi cardinale, Scipione d' Este vescovo di Casale, Marc'Antonio Gomitarmi ed Agostino Balbi da Lugo; tutti pure accennati nel Catalogus Legatorma, Patrum, Oratorum, Theologorum etc. (Brixiae, Bozola 1562, in 4.)
Non solo però si amava, ma bensì ancora si proteggeva e difendevasi la religione col farla rispettare. Non parlerò già di alcune cose di forma, come sarebbe la multa inflitta dal Capitolo nel 14 gennajo 1429 a certo Lazaro da Albarea campanaro, perchè non suonò l'Ave Maria nel' ora competente, lasciandosi prevenire dalla chiesa di san Romano, quod scandalum magnum fuit !!! ma dirò come nel 1560 si multasse Domenico Lumaga calzolaio per avere aperta bottega in tempo delle Rogazioni ; come nel 19 aprile 1544 si vietasse il passeggiare per le Chiese in tempo della Messa, infliggendo la condanna di uno scudo ai contravventori, o la pena di un tratto di corda, e togliendo cosi un abuso vecchio, perchè le genti passeggiavano per le Chiese quali se fossero state in Piazza ; come Alfonso II nel 12 gennajo 1595 proibisse di questuare nelle chiese, raddoppiando la pena imposta nel bando antecedente, ponendola cioè a quattro scudi d' oro. Ha più terribili erano le pene pei delitti di offesa alle cose sacre. Già vedemmo, all' articolo Leggi ecc, riportando il proclama statutario del 12 aprile 1496, quali pene fossero comminate pei bestemmiatori del Nome di Dio , di M. Vergine e dei Santi: Ercole II nel 10 gennajo 1558 rinnova un proclama, col quale condanna i bestemmiatori di Dio e di Maria alla multa di lire 6, e dei Santi a lire 3 (giudiziosa distinzione fra il Santo de' Santi, e gli uomini santificati), e per la recidiva a lire 25, e per la terza volta a lire 100, ovvero air amputazione della lingua; e non potendo pagare nella prima contravvenzione', la condanna era cangiata in due tratti di corda, o nel bando per sei mesi; per la seconda, veniva perforata la lingua in pubblico, e dato il bando per dieci anni ; con questo però che se il contravventore fosse cittadino, pagherebbe il doppio : se gentiluomo o cortigiano, pagherebbe il triplo : e questa pure io la chiamo una savissima disposizione, perchè il grado di colpa si accresce in ragione della educazione e del più eminente grado di società in cui vive e fu allevato il contravventore. Nel 7 agosto 1635 venne impiccato, Con sbadiglio in bocca , un Alberto Romani neofito , che tirò un' archibugiata per disprezzo ad una immagine della Madonna.